Libri

“SCRIVO E DIPINGO PER RICORDARE:

Il mio esercizio costante della nostalgia.”

Schermata 10-2458766 alle 00.52.04“PRESENZE INVISIBILI A Quixadá di Adriana Soares

THRILLER PSICOLOGICO UN PO’ PSICOTICo

Presenze invisibili a Quixadá rappresenta la nonafatica letteraria della sorprendente autrice Adriana Soares, fotografa, pittrice, poetessa, giornalista pubblicista alla sua prima prova  da romanziera.

Il libro è già disponibile alla vendita in modo indipendente. Con questo romanzo, ambientato in una località denominata Quixadá, nello stato del Ceará, sito nel Nordest del Brasile, luogo di nascita del padre dell’autrice, avviene il vero battesimo del fuoco: la prova cadetta di qualsiasi vero autore che scrive non per diletto, ma per raccontare il proprio mondo, il proprio vissuto, mettendosi alla prova con un genere di cui, Adriana Soares, può rivendicare a pieno titolo l’originalità.

Il romanzo è figlio della cultura e della sensibilità latino americana, che fa parte della formazione cultural letteraria dell’autrice. È un thriller psicologico, sicuramente psicotico, laddove il protagonista Bernardo José fugge da qualcosa o da qualcuno, forse da un crimine, che ha rimosso per sopravvivenza o per convenienza. Come un Enea che abbandona le rovine della sua vita antecedente, distrutta, dimenticata, giunge ad una fazenda nel Nord Est del Brasile, un posto del ricordo, luogo di passaggio, di confine, forse, da dove bisogna pur passare per fare i conti con se stessi. La proprietaria, Melinda, lo accoglierà sottomettendolo e umiliandolo, per compiacere se stessa e affermare il suo forte ego, di donna che deve affermare la sua personalità, per allontanare qualsiasi idea di fragilità al femminile. Elvira,la sorella di Melinda, reduce da un passato infelice, ha la capacità di comunicare con il mondo dell’aldilà, vedendo il suo quasi marito morto che l’aveva abbandonata sull’altare.

Originalità, colpe, oblio, morte, i personaggi del romanzo di Adriana Soares ruotano attorno a questi temi.

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Alcuni pensieri

Continua a vivere il “caos” che è quell’ordine “sconosciuto e incomprensibile”, quel campo incolto dove c’è rinnovamento che, senza quello non c’è  crescita, dal tuo temporale partorirai una splendido arcobaleno!

Franco Fontana

Descrivere le poesie, le opere d’arte, le foto e i racconti di Adriana Soares è come fare un viaggio magnetico all’interno dell’animo mutevole e introspettivo dell’autrice. Un mondo dove tutto, anche le cose, perfino le cose apparentemente più prive di anima (come le scarpe) può prendere vita e avere un’anima. Un’anima antica, tuttavia, “riconoscibile” talvolta solo da uno spirito “illuminato” al pari di quello di Adriana. Un vissuto complesso fra il Brasile e l’Europa, che ha portato la Soares a relazionarsi quasi senza il filtro della pelle con il mondo, le cose e gli uomini. Tutto viene “sentito” con il cuore e con un istinto ancestrale che ci riporta quasi agli Indios dell’Amazzonia, allo sguardo sciamanico che noi occidentali abbiamo perso ma che rimane vivo in chi i ponti con “madre Natura” non li ha mai tagliati del tutto. Un mondo sofferto, viscerale, ma anche ingenuo, luminoso, indifeso, come il cuore di un bambino che cerca di attraversare puro le impurità della realtà che lo circonda. Fino ad arrivare allo sguardo fisso di chi sa ed ha elaborato un suo percorso, una sua speciale “catarsi”. Nulla di meglio che augurare, a chi si appresta a leggere uno scritto di Adriana Soares, “buon viaggio”, nell’anima, nel “mood”, nella coscienza. Il punto di partenza? Le sue parole e i suoi versi. Il punto di arrivo? Se c’è, ogni singolo lettore o osservatore troverà il suo: unico e irripetibile; l’autrice -fra immagini e parole- non fa altro che suggerire un percorso di “maieutica” che ognuno di noi renderà proprio e personalissimo.

Maria Serena Patriarca

“Diventare luce di se stessi!”

è la frase di una poesia che mi ha colpito molto, perché l’ho letta quando stavo appunto, riflettendo di come, venire a contatto con il tuo mondo, sia come toccare la coda di una cometa.

La meraviglia è la stessa, ci si sente come se, all’improvviso ci si trovi invitati al cospetto di qualcosa di superiore! Di fronte a te, al mondo, si è preda di una sorta di effetto Stendhal, tutto è a tinte forti, i quadri, gli scritti, i pensieri… la tua bellezza! Si sente come un’ebbrezza … ma provocata da un liquore così dolce da sembrare, in un primo momento inoffensivo!

Le tinte sono forti, ma non fosche. Mai!

…I colori sono violenti, ma mitigati dallo sguardo limpido dei tuoi occhi, dai quali le prospettive caotiche sembrano essere fagocitate… ma anche scaturite… originate!

Le tue poesie non sono diverse. Le parole, come brevi pennellate, acquistano un senso nell’insieme, ed il messaggio che ci arriva è sempre lo stesso: per mantenere viva la scintilla della vita, questa vita bisogna respirarla, con golosa bramosia, in un eterno viaggio… dentro e fuori di noi!

Sentieri piani e mari calmi si alterneranno a strade impervie e tempeste… e a volte sentiremo forte l’impulso di entrare in luoghi pericolosamente affascinanti, ma varrà la pena in tutti i casi! Trovare noi stessi, le nostre inquietudini, i tanti nostri dubbi e le poche certezze nella poesia, è cosa usuale, i poeti danno voce alle nostre anime. Nel tuo caso, nella tua poesia, questo concetto sarebbe estremamente riduttivo, perché tu ci regali il segreto per far sì che l’umanità abbia ancora una speranza: il mondo va guardato come lo guardano i tuoi occhi, con una limpida e tenera attenzione!

Beatrice Mogetta

 

Raccontare Adriana vuol dire raccontare la melodia che esprimono i colori e la fascinazione delle parole.

Attraversare un arcobaleno in cui ogni sfumatura esiste perché esistono le altre, in cui poesia e prosa si rincorrono in una ghirlanda di pensieri sospesi tra meraviglia e fantasia.

Leggere Adriana è immergersi nella sua immaginazione reale e surreale e attraverso il suo sguardo stupito lasciarsi trascinare nel suo mondo per ritrovare il nostro.

Flaminia Naro

Adriana Soares, le tue parole, il tuo sentire, il tuo intendere la Vita, la Vita vera, non quella del fare, del consumare per consumarsi, ma del laborioso osservare, mi appartengono. Sì, è vero, forse i tuoi scritti sono disordinati, alterni prosa e poesia, perchè ormai sei libera di essere ciò che veramente sei, sei Viva. Nella Natura, nella nostra Paschamama non esiste ordine, tutto cambia di continuo, in un ciclico, ma mai uguale alternarsi. Non sfuggi al silenzio che ti mostra i suoi abissi, hai portato la Luce nella tua parte in ombra, nonostante i fantasmi del passato continuassero a vagare senza tregua. Li hai accolti, smantellati, e magari fatti amici. L’osservare la Natura, gli altri, gli occhi della gente, i loro movimenti, prende tempo, ed è faticoso, è stato il mio primo “lavoro”, il più bello, da bambina. Osservavo tutto, ed ogni attimo rimane ancora dentro di me, fa parte della mia storia, tanti fotogrammi, a formare un caleidoscopio di ricordi vivi.
Siamo acqua , mi hai scritto in un commento tempo fa. Sì, siamo acqua, ma acqua che scorre, limpida, rigenera, come la nostra anima. LA VITA, COME IL FIUME , COME LO SPIRITO, SCORRE IN CONTINUAZIONE. Non sono parole mie, ma di una medium, che mi sono rimaste impresse.
Puoi mettere per lungo tempo l’acqua in un recipiente, senza che essa perda la sua vitalità? No. Il disordine, l’ Entropia governa la Vita. L’ordine è un fatto mentale, la Natura conosce l’Armonia , in tutte le sue manifestazioni, fino a quando non intervengono gli umani evoluti.
Grazie, leggerò forse tante volte questo libro, ho scritto di getto, come è mio solito fare, le prime impressioni. Non ti conosco, spesso conosco meglio le persone tramite i loro libri. Rimani libera e selvaggia come sei, è nelle tue radici, vivi il presente, è la sola certezza che abbiamo. E non perdiamoci nulla, anche il movimento di una foglia è importante.

Angela Sortino

libro: “Lo sguardo che ascolta e dice” poesia di Adriana Soares

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Raccolta di poesie scritta dall’artista fotografa e pittrice, Adriana Soares, che raccoglie in questo suo secondo libro una selezione di ottanta cinque liriche. Le poesie scelte per questa pubblicazione fanno parte di una vasta produzione poetica che completano l’eclettismo creativo dell’autrice, iniziato con la fotografia d’autore in seguito evoluta nella pittura, riscontrando un grande apprezzamento di pubblico e di critici. Le poesie di questo libro sono caratterizzate da una presentazione dei testi originale, suddivise in strofe dal ritmo incalzante, narrano emozioni, raccontano il vissuto interiore dell’autrice. Una raccolta di emozioni e pensieri. Un viaggio nel suo universo inquieto e profondo; come innumerevoli diapositive di un vissuto denso di domande e di verità aspre come risposte.

Come per i suoi quadri, le poesie di Adriana Soares sono legate al filo conduttore del ricordo di un passato a volte dolente, sono una denuncia, ma anche un monito a tutti noi, perché i temi affrontati della nascita, della morte, della casa, della famiglia e dell’abbandono riguardano in fondo tutti noi. La vanità, l’egoismo, ed, in generale, quei sentimenti che non nobilitano l’animo umano, sono trattati dall’autrice con struggente umanità e lucida analisi, ma anche con speranza. Speranza nella redenzione del cambiamento, che solo una personalità ricca e profonda come la sua è in grado di cogliere e raccontare. Se la poesia è una forma di memoria, quella della Soares, cerca di raccogliere il suo reale, che è quello di tutti, e di raccontarlo ed interpretarlo.

E’ come se tenesse le sue mani a conca e cercasse di raccogliere l’acqua cristallina e dolce. Lei raccoglie il suo senso della realtà che si confonde col sogno e la fantasia, per cercare di trattenerlo e custodirlo con sé. Leggere le sue poesie è come immergere le mani a conca in quel reale. Sarà ogni volta diverso e sfuggente. Un attimo limpido, tenero, ma anche, graffiante, pungente, avvolgente, unico.

Acqua viva!

 

“Attese e ritorni” poesia di Adriana Soares

Libro di poesie scritto dall’artista fotografa e pittrice Adriana Soares, che raccoglie in questo suo primo libro una selezione di circa settanta liriche. Le poesie scelte per questa pubblicazione fanno parte di una vasta produzione poetica che completano l’eclettismo creativo dell’autrice, iniziato con la fotografia d’autore in seguito evoluta nella pittura, riscontrando un grande apprezzamento del pubblico e dei critici. Le poesie di questo libro, caratterizzate da una presentazione dei testi originale, suddivise in strofe dal ritmo incalzante, narrano emozioni, raccontano il vissuto interiore dell’autrice. Come per i suoi quadri, le poesie di Adriana sono legate al filo conduttore del ricordo di un passato a volte dolente, sono una denuncia ma anche un monito a tutti noi, perché i temi affrontati della nascita, della morte, della casa, della famiglia e dell’abbandono riguardano in fondo tutti noi. La vanità, l’egoismo, ed, in generale, quei sentimenti che non nobilitano l’animo umano, sono trattati dall’autrice con struggente umanità e lucida analisi, ma anche con speranza, speranza nella redenzione del cambiamento, che solo una personalità ricca e profonda come la sua è in grado di cogliere e raccontare.

Il mondo incantato di Adriana Soares

di Niky Marcelli

“Dalla grandezza dell’Universo, un micro mondo prende respiro, pulsa, scalcia, vibra…” Sono versi di Adriana Soares, splendida e grandissima foto-artista, che si è scoperta anche interessantissima poetessa. E siccome si suol dire che ognuno giudica il mondo secondo i propri occhi, viepiù quando si tratta degli occhi del poeta e dell’artista, ecco che l’incipit del carme che Adriana ha dedicato alle stelle, diventa la chiave di lettura perfetta per tentare di definire e capire il suo mondo e la sua arte. Un mondo visionario e incantato dove tutto si miscela e si fonde in un continuo gioco all’inseguimento tra immagine fotografica e tratto di pennello.

Una continua sovrimpressione di forma e colore che si intrecciano come in una danza – ora un valzer romantico, ora una scatenata samba – rendendo ogni opera un carosello di emozioni. Per dirla ancora con i versi di Adriana: “Non ne esistono due uguali. Ciascuno brilla con la luce propria, diverso dagli altri.

Ci sono fuochi grandi, fuochi piccoli, ce ne sono di tutti i colori… Fuochi sereni che si alimentano dall’aria rarefatta, tranquilla, poi c’è il fuoco pazzo che riempie lo spazio circostante di lapilli infuocati…” E ancora, “ogni elemento fa parte del tutto ed il tutto esplode, portando via l’ovvio”.

Racchiude in ogni opera l’anima e l’essenza stessa dell’artista, che prende per mano chi vi si pone dinnanzi e lo conduce in un viaggio sia fisico che onirico, laddove – sempre citando le poesie di Adriana Soares che accompagnano il visitatore lungo il percorso della mostra – “ciò che resta impresso non sono i luoghi e i colori. Ciò che resterà per sempre sono le esperienze e le sensazioni”.

Corriere della Sera 31/ 05/ 2017

 

Per l’aquisto:

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“QUELLE VISIONI ONIRICHE CHE TI CAMBIANO LA VITA”

“QUELLE VISIONI ONIRICHE CHE TI CAMBIANO LA VITA”

Cosa sono i sogni? Sicuramente sono un mistero, dei  miracoli. Potrebbero essere anche considerati  come dei sentieri sconosciuti,  capaci di offrire vittorie luccicanti o nascondere dei pericoli mortali, che possono, quindi,  facilmente realizzarsi o in un fiume di lacrime affogare…

Quante volte un sogno non vi ha cambiato il modo di affrontare la giornata? Nel mio caso, vi è stato un sogno avuto da bambina che ha fatto molto di più… sarà stato un caso, ma la mia vita ha dimostrato che i casi non esistono… anzi sembra che ci sia un disegno molto particolare e del tutto difficile da interpretare o da anticipare. Questo sogno ha anticipato un evento drammatico che ha segnato la mia esistenza come se fosse stato una premonizione. Mi ricordo in modo chiarissimo che mi trovavo nel salotto di casa mia in Brasile, perché quando ho avuto quel sogno avevo non più di 6 anni. Ero lì, in mezzo alla stanza, stranamente vuota ed avvolta in un biancore innaturale, puro persino abbagliante… ciò che rendeva il tutto alquanto strano, era il silenzio che incorniciava quel momento di solitudine. Strano, perché casa mia era sempre immersa nel calore di voci amiche, delle vicine di casa, che spessissimo ci facevano visita come in una sorta di processione… in campagna è tutto più semplice, più immediato e senz’altro più diretto e vero… mi trovavo lì, e mi sentivo strana come se fossi stata in attesa di qualcosa di inevitabile. Ad un certo punto, dal soffitto si apre una sorta di varco, un passaggio da dove mi sembrava di intravedere un cielo notturno, sereno e gremito di stelle luccicanti. In quel momento mio padre si affianca a me, è stato un attimo, perché non mi ero accorta che stesse lì fino al momento in cui si avvicinò a me, è stata una presenza, un soffio, una carezza… da quel varco si immette in modo naturale  un grande tappeto che fluttuava nell’aria con sopra un uomo vestito di bianco, così luminoso che mi sembrava che diffondesse lui stesso luce; nel mio immaginario infantile, poteva essere Gesù… si ferma e mio padre sale su lentamente, si siede a fianco di quella presenza e spariscono dallo stesso varco in cui era entrato… lasciandomi lì disperata sotto e dietro di loro… non riuscivo a capire perché mio padre mi avesse lasciata lì, da sola… mi ricordo di essermi svegliata sconvolta e quasi sotto shock. Ma ero confortata del fatto che mio papà c’era, non mi aveva abbandonata… ma mi illudevo, perché  da lì a pochi giorni, il mio papà se ne andò per sempre, lasciando le sue tre donne sole. Questo sogno, come altri hanno anticipato eventi e situazioni di cambiamento della mia vita. Sarà stato un caso, ma di certo mi ha fatto cambiare… ed i sogni per me potrebbero essere sempre portatori di messaggi… forse.

VANITA’ issue #19 spring 2011

issuu.com

Il magazine fashion per il tuo shopping.

Se vi và…. alla pg. 49 lì troverete un mio articolo sui Sogni: “QUELLE VISIONI ONIRICHE CHE TI CAMBIANO LA VITA” Buona Lettura!!!!!

http://issuu.com/vanitaonline/docs/vanita_issuu19

ph. Adriana Soares

Una riflessione semplice

Lo zio Whitman rivela quanto sia indispensabile la poesia nella nostra vita, noi non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino o ci attribuisce quel tocco di charme, noi leggiamo e scriviamo poesie perchè siamo umani, pieni di passione, emozioni, energie, sentimenti e anima. Il denaro, la tv, il lavoro.utile al nostro sostentamento ma la poesia, un volto, la danza, la musica, la bellezza, il romanticismo, l’amore….sono queste le cose che ci tengono in vita. Citando Whitman:

Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono, degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di sciocchi, di me stessa che sempre mi rimprovero, (perché chi più sciocca di me, e chi più senza fede?) di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata, dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me, dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi, la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre – Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

Risposta

Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso. (Walt Whitman)

Io ho scelto di compiere questo viaggio ricordando sempre che guardo il mondo intorno con i  miei occhi e le sensazioni che ne ricevo distinguono tutto ciò che non è anima, il dominio sulle cose ma sopratutto mi regalano la conoscenza, poter colloquiare attraverso un libro con dei geni, sublimare i miei pensieri e il mio corpo nello spirito…

No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo invece più ricca, più desiderabile e più misteriosa – da quel giorno in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero cioè che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza – e non un dovere, non una fatalità, non una frode. E la conoscenza stessa: può anche essere per altri qualcosa di diverso, per esempio un giaciglio di riposo o la via ad un giaciglio di riposo; oppure uno svago o un ozio; ma per me essa è un mondo di pericoli e di vittorie, in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene per la danza e per la lotta. “La vita come mezzo della conoscenza” – con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma perfino gioiosamente vivere e gioiosamente ridere. Friedrich Nietzsche

Occhi d’artista …

Occhi d’artista …

Che cosa hanno di particolare gli occhi del pittore, del fotografo, dell’artista per potere cogliere la bellezza in un’immagine che alla visione tua o altrui passerebbe inosservata?

Sanno percepire la realtà nella sua natura di perfezione e desiderano esprimerla, condividerla con il mondo intero.

L’artista molto spesso è un illuminato occasionale. Egli infatti. per poter captare la perfetta bellezza della realtà, deve accogliere in se stesso questa realtà e liberare quindi la propria mente da ogni schema separativo. Quando la mente è libera, il cuore naturalmente si colma di compassione; compassione per se stessi- viene abbandonato ogni auto-giudizio (è forse per questo che l’artista è spesso trasgressivo?)- compassione per gli altri perché ancora non sono in grado di vedere, e desiderio di comunicare loro la propria esperienza esaltante.

L’artista, attraverso l’ispirazione, vive questi momenti magici occasionalmente. In essi egli svolge lo stesso ruolo dell’illuminato: ti mette in presa diretta com lo Spirito.

Ama l’arte, ricercala, lasciati guidare dove essa vuole condurti perché è sicuramente un cammino di luce, dove non esistono diaframmi di odio e di ignoranza, e l’Unità perviene fino al livello sensoriale.

Oggi regala anche a te sguardi d’artista!

Dede Riva – NUOVE MEDITAZIONI QUOTIDIANE

LEGGETE DANZANDO, SE POTETE!

LEGGETE DANZANDO, SE POTETE!

Mi sono ispirata a delle frasi del grande Roberto Benigni…

Sperperate l’allegria… trasmettete la felicità… sorridete… amate… dilapidate la gioia… soffiatela poi in faccia alla gente… per essere felici bisogna provare dolore e patire… così troverete poi la felicità… la apprezzerete nella sua pienezza:)))))))))  non vi fissate su qualcuno o qualcosa… è tempo perso… la vita è una… non sprecatela… non permettete che ciò succeda. A volte mi scopro a canticchiare per strada… che devo fare? A volte capita… puntualmente mi scoprono ed io posso solo sorridere a mezza bocca e poi penso… e chi se ne frega… a continuo a canticchiare un pò più basso… potrei sconvolgere qualche animo rigido…

Danzate… sorridete… scatenatevi… non badate ai vecchi invidiosi… non potrebbero comprendere… baciate… lasciate impronte sui vetri… saltellate a piedi nudi… sentite il contatto del suolo freddo sotto i vostri piedi… uscite senza ombrello quando piove… dopo che avete ballato e cantato in modo possibilmente stonato,  buttatevi per terra in posizione d’angelo e guardate la vostra stanza da un’altra prospettiva… una nuova… e iniziate poi a guardare la vostra vita in questo stessa maniera e anche a chi vi stà accanto… da altre prospettiva… vedrete, il vostro mondo sarà diverso… non badate del giudizio delle persone chiuse… ottuse… tristi e frustrate… magari nel loro silenzio inizieranno a fare come voi… non salveremo il mondo, ma di certo lo vedremo in modo diverso… forse più bello o semplicemente buffo… ridete gente… ridete… che lo farò pure io con la bocca piena di cioccolata… mangiate ciò che vi piace, perchè la vita è fatta anche di questo… i piaceri… beh … il piacere per eccellenza è il mangiare… tutto inizia da lì e tutto si esaurisce là… dentro al frigo!…  alcuni ti cercheranno di sedurti e poi ti abbandoneranno senza un perche… ma il perchè c’è sempre… oppure proveranno a farlo e ti abbandoneranno lo stesso e tu rimani a metà…. in mezzo ad un ponte, non sai se proseguire o tornare indietro… in verità scappano perchè tu gli avrai colpiti e non sono pronti o hanno paura di innamorarsi… c’è una povertà d’animo nel mondo ed un’ avarizia di amore e di sentimenti che fà davvero paura… oppure chi lo fà… chi scappa è perchè è stato troppo abbandonato…non pensate troppo… tutte le volte che ho troppo pensato  ho fatto solo caos e guai… ho chiuse troppo porte… anzi me le hanno chiuse in faccia… ben mi stà… vivete con leggerezza nel limite del possibile… tanto la vita ti presenterà qualche pedaggio… ma funziona così… ma è bello comunque… si va avanti… si fanno esperienze… si conoscono altre persone… di belle e di squallide… ma nel mondo vi è spazio per tutti… magari il tempo li cambierà… ma non deve interessarmi ed anche a voi… chi deve vivere, vive altrimenti muore e tu non puoi cambiare nulla… non puoi cambiare le persone e cosa più importante non puoi cambiare te stesso… non cercare nemmeno, tanto sarebbe una fatica snervante, frustrante e soprattutto inutile….. ragionate…. se non vi piace il vostro lavoro… cercate nel limite del possibile di fare ciò che vi piace fare al di là di ciò che penseranno gli altri… la vita è una… a volte per tradizione familiare si tende a forzare senza dire… alcuni genitori fanno dei danni… cerchiamo di capire i nostri figli e rispettare la loro naturale inclinazione… un lavoro fatto con passione sarà Sempre un lavoro di successo… La felicità non è avere successo ma essere felici per quello che si fà è il vero successo…

Adri

 

“La Notte…”

“La Notte…”

Si dice che la Notte porta consiglio, per me è anche fonte d’ispirazione, di contemplazione, godo il silenzio, la calma, il fresco, l’odore della rugiada; è un momento di ristoro, di consolazione, di svuotamento, di pianto, di perdono, di catarsi… Il giorno nasconde tutto un pò per il suo ritmo galoppante, sempre di corsa, sempre impegnati, sempre a rincorrere chi sà quale obiettivo, chi sà quale meta. Di notte, invece, ci si ferma e si pensa e si respira, dove tutto si schiarisce e si recupera. Questa sarà una notte di quelle in cui mi fermerò a pensare, e darmi un ritmo più umano e più lento. A volte a causa dell’euforia di un momento speciale e singolare, si corre troppo e poi inciampi e ti fai proprio malissimo! Questa notte mi fermerò a respirare profondamente ed a sentire i miei battiti e Me… Sono solo pensieri, non fatti, sono parole, la notte fà dire cose strane senza senso, SURREALI, che solo il mio inconscio conosce. Domani, più tardi, sarà diverso. Dopo una notte come questa, in meditazione ed in preghiera, domani sarà per forza diverso! Sarà tutto più chiaro… Adriana Soares

Texto de apresentação da artista Adriana Soares, em Portugues, feito por Graça Montenegro. Julho, 2014, Roma.

Adriana Soares

Nascida no Rio de Janeiro, vive em Roma  desde seus 14 anos. Começou sua carreira no campo da Moda: jovem modelo, primeiramente; depois,fotografa. Trabalhou com Gianfranco Ferrè, Krizia, Alviero Martini, RaffaellaCuriel, Tombolini. Foi estudando Técnica de Fotografia, aperfeiçoando-se em Pòs-Produçao e Fotoretoque que preferiu dedicar-se às imagens artísticas.

Adriana descende de profissionais ligados às Artes e assim, habituou-se a viajar desde muito pequena. Sendo assim, era inevitável que desenvolvesse sua sensibilidade existencial,  a qual se torna, no cotidiano atual, cadavez mais voltada aos aspectos sociais dos povos e profundos da alma humana.

Os temas em torno de paisagen se paìses são centrais em suas obras: passa do fìsico ao onìrico, muitas vezes,complementando ou confundindo propositalmente aquilo que é extemporaneo ao ser,bem como atingindo suas entranhas. E muitas vezes, enfoca seu pròprio universo interior, como procede no tema “Infancia”.

Curioso é notar como a artista aprumourecordaçoes e imagens da menina carioca que foi, passando rapidamente a uma adolescência italiana, não somente em representaçoes de um passado pleno de nostalgia, mas apontando elementos-chave para evocar (através de simbologia) os arquétipos femininos infantis, agora relidos com interpretaçao de adultaitalo-brasileira.

No trabalho atual, Adriana retrata a infância do ponto de vista materno: evidencia, através de jogos deluzes e sombras, a beleza do corpo feminino ao acolher nova vida. Como técnica,rotula sua ação criadora de “Soul PhotoDigiPaintingArt” . Nestes meses de verão europeu, suas obras estão presentes na “Triennale di Arti Visive di Roma”, no contexto de “Geometrie Riflesse”.

Texto de apresentação da artista AdrianaSoares, em Portugues, feito por Graça Montenegro.

Julho, 2014, Roma.