Desideri raccontare chi sei attraverso la tua Immagine?
–COMINCIA DA CIÒ CHE TI CONTRADDISTINGUE ED USALO A TUO FAVORE, per creare un’immagine riconoscibile e rappresentativa.
FAI EMERGERE LA TUA ESSENZA CON NOI
Il nostro è un percorso di scoperta e di conquista della tua immagine. Grazie ad una maggiore consapevolezza del tuo modo di essere e attraverso un modo di apparire che ti farà sentire sempre adeguata. Riuscirai ad esprimere al meglio il tuo potenziale in tutte le occasioni del tuo quotidiano, conseguendo la consapevolezza di se in modo armonico ed allineato alle proprie competenze e talenti.
Le nostre proposte:
. Portamento . Valorizzazione dell’immagine personale . Make-Up e Visagismo . Comportamento Sociale e Professionale . Posa Fotografica . Nutrizione . Dizione e Comunicazione Efficace . Linguaggio del Corpo
Adriana Soares brasiliana di origine e romana di adozione. Ieri modella per i più grandi stilisti e, grazie a questo lavoro, ha visitato diverse nazioni. Oggi artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della pittura, della fotografia creativa e di moda e della scrittura con 10 libri. È rappresentata da Art and Commerce/Vogue Italia di New York, prestigiosa agenzia fotografica. Ideatrice e conduttrice del salotto virtuale in diretta su Instagram: “Un tè senza tè con Te” sul suo profilo personale:@adriana_soares_art, dove intervengono ospiti illustri del mondo della cultura e del benessere. Ideatrice e curatrice della rubrica settimanale di stile e buone maniere, “Le Caramelle” sul magazine on Line: “Il Corriere dello Spettacolo”. Nominata da Donna Impresa, una delle Top Women 2019. Ed ora fonda e dirige la sua Accademia di Stile e Portamento, “Adriana Soares Academy”.
Adriana Soares ripropone in chiave contemporanea gli insegnamenti appresi presso la prestigiosa scuola di portamento brasiliana, SOCILA, ideata e diretta da Maria Augusta Thurmann Nielsen, considerata un icona ed un punto di riferimento nel Sud America…
“UNA PICCOLA OASI DI CORTESIA E DI BUONE MANIERE PER RELAZIONI EFFICACI, COSTRUTTIVE E PER ESSERE A PASSO COI TEMPI”
rubrica di ADRIANA SOARES
su: Corriere dello Spettacolo.it
Adriana Soares brasiliana di origine e romana di adozione. Artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della pittura, della fotografia creativa e di moda, della poesia e della scrittura. È sempre stata attenta ai particolari ed alla buona educazione come ingredienti essenziali per creare relazioni efficaci e costruttive. Recentemente i suoi racconti vengono pubblicati sulla rubrica settimanale “La piega del Tempo” dal titolo di un suo libro, su Affari Italiani.it. Nel 2019 pubblica il suo primo romanzo e nona pubblicazione editoriale, un thriller psicologico dal titolo, “Presenze invisibili a Quixada”. Ed ora in collaborazione col “Corriere dello Spettacolo”, la sua nuova rubrica di Bon Ton e Business Etichette.
La buona educazione, oggigiorno, non deve essere considerata una semplice formalità ottusa, obsoleta, bigotta o ipocrita. Deve essere considerata, invece, un “valore etico e spirituale” che arricchisce prima di tutto noi stessi e di conseguenza, chi si rapporta con noi. Non è un abito esteriore o vuoto, ma è sostanza, una libera scelta di buon senso. Saper approcciare e stare insieme, ci rende più sereni e più felici. Le relazioni efficaci e costruttive sono la chiave per il successo sul lavoro e nella vita privata.
Qualche caramella sulle regole del fair play nel mondo del lavoro
BUSINESS ETIQUETTE
Si trascorre gran parte della giornata sul posto di lavoro, ecco perché alla base di una buona convivenza in ufficio ci deve essere il rispetto di alcune norme basilari, ispirate al galateo. Il loro corretto utilizzo spiana la strada verso un clima di maggior collaborazione e senz’altro migliora le relazioni sul posto di lavoro. Inoltre, aumenta il proprio potenziale, migliora l’immagine lavorativa e rafforza le relazioni di lavoro.
Vi indicherò quali sono i comportamenti da tenere negli orari di lavoro e con le persone ad esso correlate.
LA PAROLA D’ORDINE è: RISPETTO.
Ricordatevi:
. di essere sempre puntuali rispettando gli orari: è segno di rispetto nei confronti dell’azienda e dei colleghi;
. di salutare: il saluto è dovuto, sia ai colleghi più vicini che a quelli degli altri uffici, così come ai superiori, ai collaboratori di tutti i generi e ai clienti, quando si incontrano altre persone negli spazi comuni ed in ascensore;
Come si saluta?
-> ADDIO ALLA STRETTA DI MANO. IN EFFETTI, è MEGLIO COSì.
GLI ESPERTI CONSIGLIANO MISURE DI ISOLAMENTO SOCIALE PER RIDURRE IL RISCHIO DI CONTAGIO NEL MEZZO DELL’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS. TRA QUESTE MISURE C’è APPUNTO LA RINUNCIA ALLA STRETTA DI MANO, OLTRE CHE FORME ANCORA PIù RAVVICINATE DI SALUTO, COME ABBRACCI, BACIARSI SULLE GUANCE (Maria Rita Montebelli – https://blogs.bmj.com/bmj/2020/03/10/shoud-we-wave-goodbye-to-the-handshake/
Buongiorno e buonasera o arrivederci sono saluti riservati ai rapporti formali.
Ciao è un saluto che si usa nei rapporti più confidenziali e con le persone alle quali si dà del “tu”.
Salve non si usa MAI!
. di presentare sempre tra loro le persone che non si conoscono, ricordate di introdurre la persona meno importante a quella più importante. Si presenta con l’eventuale titolo accademico o si adoperano i termini Signora o Signore, evitando “Signorina” (utilizzato solo per le ragazze molto giovani), il nome, il cognome e la mansione della persona.
. si sorride SEMPre;
. si mantiene il contatto visivo;
ci si presenta anche da soli se non vengono fatte le presentazioni di rito, col proprio nome e cognome TRALASCIANDO LA MANSIONE.
COSA DIRE O NON DIRE DURANTE LE PRESENTAZIONI
Sì:
. Buongiorno o Buonasera
. Nome e cognome
NO:
. MOLTO LIETO
. PIACERE
La terminologia “piacere” durante le presentazioni è da evitare perché solo al termine dell’incontro si saprà in effetti se questo sarà stato piacevole o meno, potrebbe essere l’incontro più sgradevole della vostra vita! Invece, questa terminologia la si può utilizzare al termine di un incontro nel seguente modo: “è stato un piacere conoscerla”.
. Il tono ed il volume di voce vanno tenuti sotto controllo: non si sussurra né si urla!
“Non importa cosa dici ma come lo dici”.
Ricordatevi inoltre di:
. di ringraziare sempre: nella vita privata e sul lavoro, tutti desiderano essere apprezzati per aver svolto bene le proprie mansioni. Ricevere un ringraziamento e sentirsi apprezzati è motivante, fa star bene e soprattutto rafforza i legami aziendali e creano lo spirito di squadra e favorisce la collaborazione;
. di bussare sempre e si aspetta l’invito ad entrare prima di aprire la porta e accedere all’ufficio;
. di alzarsi sempre dalla propria sedia per salutare qualsiasi persona entri nel proprio ufficio, indipendentemente dal ruolo, tranne che per i colleghi con i quali si lavora solitamente e per i propri assistenti. Dopo aver salutato la persona la si invita ad accomodarsi;
. le pause devono essere brevi, giusto il tempo per staccarsi momentaneamente dal lavoro. Sono utili per mantenere alta la concentrazione. Se troppo lunghe, è indice di poca professionalità e poco rispetto verso i colleghi. Si verrebbe giudicati come poco efficienti e non in grado di portare a termine un compito, se le si prendono troppo spesso, interrompendo il proprio lavoro;
. di mantenere sempre in ordine la propria scrivania! Una scrivania disordinata fa pensare che lo sia anche chi la utilizza;
. di aver cura degli spazi e dei materiali aziendali;
. di mantenere l’igiene personale! Essa fa parte del proprio biglietto da visita, deve essere curata in modo scrupoloso e dovrebbe, anzi, deve far parte delle abitudini giornaliere. Quindi:
lavarsi con acqua e sapone e trovare il giusto deodorante da usare tutti i giorni. Non fate il bagno con profumi o lozioni, risulterebbero ugualmente fastidiosi e stucchevoli!
I vestiti devono essere sempre puliti. Cambiarsi spesso e lavare gli abiti è una buona abitudine;
i capelli devono essere sempre puliti o in alternativa, raccolti;
da tenere in grande considerazione la cura e la pulizia delle mani e delle unghie: lo smalto delle unghie non deve essere MAI sbeccato, meglio una mano senza smalto ma curata.
LAVATE SPESSO LE MANI!
. di vestirsi in modo adeguato (tratterò quest’argomento più avanti. Merita una particolare attenzione)
COSA NON FARE MAI SUL POSTO DI LAVORO
. usare i social network
. interminabili chiacchierate con i colleghi
. telefonate private
. urlare
. usare un linguaggio volgare
. pause troppo lunghe
. allontanarsi dal lavoro senza permesso
. pettegolezzo e arroganza
. piangere davanti a tutti
. prendere o dare troppa confidenza
. lamentarsi continuamente
. mangiare il cibo dei colleghi
. prendersi il materiale dei colleghi
. riposini in ufficio
. masticare chewing gum
Prossimo appuntamento: l’importanza della prima impressione!
“NON ESISTE UNA SECONDA OCCASIONE PER FARE UNA BUONA PRIMA IMPRESSIONE”
Al giorno d’oggi, la maleducazione e il malcostume sono diventati azioni usuali, quasi giustificate. L’essere incivili e poco educati sembra aver determinato un vero e proprio fascino, soprattutto, tra i più giovani, con i loro turpiloqui e delle cattive maniere una sorta di status symbol. In questo quadro degradante e sconfortante, la riscoperta delle buone maniere diventa una vera necessità, oltre che virtù, da rispolverare ed innalzare: un modo per distinguersi e circondarsi da un’allure di eleganza e raffinatezza, condizione molto più rara e preziosa di tanti tesori. Cercherò di accompagnarvi in questo percorso di riscoperta del galateo, raccogliendo qui per voi il meglio del contenuto dei libri e siti web sull’argomento e delle mie conoscenze personali. Da esteta e amante della perfezione e dell’eleganza. Instradata sin da piccola all’arte delle buone maniere, oggi ne sono cultrice e grande estimatrice.
E’ un fenomeno relativamente recente quello della diffusione degli smartphone,dei tablet ed, in generale, degli strumenti tecnologici della comunicazione. La popolazione mondiale ne è dotata a tutte le latitudini geografiche, anche laddove le condizioni di vita sono prossime alla sussistenza.
Lo smartphone da status symbol diventa una estensione di noi stessi, la nostra personalità sarebbe incompleta senza poter comunicare con gli altri, senza poter condividere la nostra vita, per poter essere davvero noi stessi.
Assistiamo dunque ad una rivoluzione della comunicazione, dai nostri figli incollati agli schermi dei loro telefonini in qualsiasi momento della giornata per chattare,twittare,taggare foto su facebook e instagram, ai politici che illustrano i loro provvedimenti, rispondono alle critiche dell’opposizione e dei giornali sui social.
E’ indiscutibile che ci troviamo in presenza di un profondo cambiamento della società e delle nostre abitudini. Abitudini le quali stravolgono le regole del rispetto altrui e della buona e corretta educazione:non esiste più orario per postare messaggi whatsapp e messenger. Siamo nostro malgrado cooptati nei gruppi di whatsapp, si per utilità, ma anche per l’altrui decisione di metterci a parte di qualsiasi tematica, questione o altro, gli altri ritengano ci debba interessare, ma senza che ci sia chiesto il nostro parere. Questo implica che il suono delle notifiche ci bombardi a tutte le ore del giorno e della notte, quasi sempre per messaggi futili e non pertinenti con l’argomento del gruppo.
Non ci si pone il problema che i telefonini possano essere accesi di notte per ragioni professionali, come può esserlo quello di un medico che deve essere reperibile, o per motivi personali di chi ha dei familiari ammalati o anziani. Il telefonino entra così prepotentemente nella nostra vita senza curarsi della nostra privacy e degli orari, invadendo così il nostro tempo, non più scandito dalle ore che passano, ma dalle notifiche degli innumerevoli messaggi che ci vengono recapitati.
Ma tutto questo è colpa degli utilizzatori di questi mezzi tecnologici. Le barriere degli orari vengono abbattute, il porsi scrupoli come si faceva un tempo, che forse l’ora è troppo tarda e che il o i destinatari dei messaggi possano volere un giusto e meritato stacco, non sfiora nemmeno chi ci tempesta di post. Chiunque sia operativo ritiene scontato che lo debbano essere anche gli altri, senza curarsi dell’eventuale disturbo che può procurare.
Ma questa sovrabbondanza di comunicazione, per lo più inutile e irrispettosa dell’altrui privacy, genera un’altra distorsione: anche quando le comunicazioni giungono per ragioni professionali, il destinatario della comunicazione non risponde, difficilmente lo fà, se non ripetutamente sollecitato. In effetti, si scrive troppo e quando si comunica per motivi più seri la risposta diventa un opzione. Ciò non è prima di tutto educato per chi invia una comunicazione di lavoro e ha svolto un certo lavoro, e, forse, ha anche riposto delle speranze nel messaggio che ha inviato. Sarebbe, quindi, prima di tutto, educato, ma anche per chiarezza e conferma di corretta ricezione, rispondere.Cerchiamo allora di essere meno invasivi dell’altrui vita ma,soprattutto, impariamo a selezionare le nostre comunicazioni distinguendo ciò che è serio dal faceto.
Più responsabilità, più consapevolezza di quel che la tecnologia ci mette a disposizione, ma senza cadere nell’abuso e senza perdere di vista che siamo noi a governare le nostre vite nel rispetto degli altri.
L’educazione, che resta la base della convivenza civile, impone che rimaniamo noi padroni della tecnologia e che non sia essa a comandare noi.
Sono felice di annunciarvi che, dalla prossima settimana, riprenderò la mia rubrica sul Bon Ton su AOB Magazine.
Pillole di Bon Ton:
un ospitale oasi di gentilezza e di buone maniere.
Questa volta l’appuntamento sarà settimanale!
Con l’occasione, sono lieta di condividere con voi la mia intervista, sempre pubblicata su AOB Magazine, dove si rende noto questo appuntamento settimanale sul Bon Ton.
Quando si parla di Bon Ton o di Galateo, ci viene subito in mente, un insieme di regole retrograde e noiose.
Per questo motivo, vorrei invece, spolverarle curando di conseguenza la bellezza del rapporto interpersonale, di conseguenza l’ arricchimento interiore che ne produrrebbe.
Perché il Bon Ton è questo, non è un insieme di regole rigide e vuote, bensì un’indicazione a vivere bene in società, e nel mutuo aiuto e rispetto delle personalità dei singoli.
Il Bon Ton, se ci pensate è logico. E’ uno scambio continuo di pensieri, di azioni, un dialogo anche silenzioso.
Perché a volte è più elegante tacere che parlare in modo fastidioso e continuo.
Quando parlo di Bon Ton alle ragazze del mio Stage di Portamento, mi guardano con gli occhi spalancati, come se dovessero affrontare un argomento ostico.
Non vorrei dilungarmi troppo, per ora vi vorrei indicare dei punti fermi da seguire, possibilmente (le svilupperò nelle prossime uscite):
Benvenuti nella mia ospitale oasi di cortesia e buone maniere.
Al giorno d’oggi, la maleducazione e il malcostume sono diventati azioni usuali, quasi giustificate.
L’essere incivili e poco educati sembra aver determinato un vero e proprio fascino, soprattutto, tra i più giovani, con i loro turpiloqui e delle cattive maniere una sorta di status symbol.
In questo quadro degradante e sconfortante, la riscoperta delle buone maniere diventa una vera necessità, oltre che virtù, da rispolverare ed innalzare: un modo per distinguersi e circondarsi da un’allure di eleganza e raffinatezza, condizione molto più rara e preziosa di tanti tesori.
Cercherò di accompagnarvi in questo percorso di riscoperta del galateo, raccogliendo qui per voi il meglio del contenuto dei libri e siti web sull’argomento e delle mie conoscenze personali.
E perché no qualche consiglio per essere una sposa perfetta!
Da esteta e amante della perfezione e dell’eleganza.
Instradata sin da piccola all’arte delle buone maniere, oggi ne sono cultrice e grande estimatrice.
La mia vita è composta da tessere di un mosaico disvelato in parte e in parte nascosto, apparentemente proiettivo, fatto di sfumature, di episodi anche divertenti, molte volte dolorosi, di atteggiamenti inconsueti, o a volte molto comuni che restituiscono la misura di una persona normale… avvezza all’esplorazione dell’intimo sentimento e a volte all’interesse per gli auto inganni. Magari inconsapevoli, ma comunque utili alla costruzione di una personalità apparentemente semplice, in realtà complessa, che è quella che sono.
Pochi sono degli eroi, quelli che sopravvivono anche dopo aver svoltato l’angolo, sia pure con dolore o distacco. Ecco la mia vita.
Non ho un atteggiamento passivo di disponibilità verso la vita, anzi è combattivo a volte ironico. Non mi arrendo neanche al destino, combatto l’umiliazione che ne produce dopo un’apparente sconfitta.
Non sono mai in ritardo se non per cause di forza maggiore. Sono più vicina al Romanticismo che all’Illuminismo, all’impeto… anche se parto spesso dal riflesso della coscienza di me e della situazione socio esistenziale in cui sono circondata e ne faccio parte, tento ma non riesco a capire tante cose, atteggiamenti, reazioni, ma non riesco proprio a comprendere le menti altrui.
Rimango basita innanzi allo stato attuale della crisi di valori. Non è semplice capire, forse è colpa di tutti, anche mia.
Guardo il mondo con una certa nostalgia, forse per un bello antico, un giusto superato, non più di moda, out insomma… la libertà ed il giusto inespugnabile non esistono, mai esistititi.
Ognuno fà la guardia al proprio orticello utilizzando anche mezzi non ortodossi. Calpestano, però quello degli altri con l’illusione che il suo vivrà più a lungo e verdeggiante. Ma si illude, perchè prima o poi lo dovrà mangiare o cannibalizzerà se stesso perchè così è la vita. Un ciclo, un cerchio, prima o poi si torna al punto di partenza e così all’infinito.
Attenti a voi che producono il male in generale e tanto più se senza motivo o per puro piacere. Prima o poi esso tornerà a te, per forza è inevitabile…
Vorrei scrivere qualcosa in più su di me ma basta così…è troppo presto per scrivere dei semplici spunti, sarebbero molto diversi l’uno dall’altro ed ancora ripiegati su se stessi.