“Pillole di Bon Ton su aOb mAgazine”

Sono felice di annunciarvi che, dalla prossima settimana, riprenderò la mia rubrica sul Bon Ton su AOB Magazine.

 

Pillole di Bon Ton:

un ospitale oasi di gentilezza e di buone maniere.

 

Questa volta l’appuntamento sarà settimanale!
Con l’occasione, sono lieta di condividere con voi la mia intervista, sempre pubblicata su AOB Magazine, dove si rende noto questo appuntamento settimanale sul Bon Ton.

 

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http://www.aobmagazine.it/2018/07/05/adriana-soares-la-chiave-del-successo-lo-stile-naturalezza-spontaneita-ed-equilibrio-appuntamento-settimanale-aob-magazine/

 

Ringrazio AOB Magazine ed a Enzo Cirillo per quest’occasione, per me davvero molto gradita e, lo spero, anche per voi!

 

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“Pillole di Bon Ton:

un ospitale oasi di gentilezza e di buone maniere.”

“Come sono nate la LUNA e le STELLE” di Adriana Soares

Comunicato Stampa

“Come sono nate l a Luna e le Stelle” è la quinta pubblicazione dell’autrice Adriana Soares, eclettica artista pittrice, fotografa, poetessa.

Il libro che si distingue dalla precedente produzione poetica, narra sette fiabe più una (una per ogni giorno della settimana), leggende che si ispirano alla tradizione e alla cultura dell’immaginario epico brasiliano, e alle narrazioni del padre dell’autrice, “sul tetto della casa” , ricordi nostalgici dei momenti indimenticabili e felici di una bambina che amava sognare.

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Gli argomenti toccati, dalla nascita della Luna e delle Stelle, alla alternanza del giorno e della notte, lasciano emergere temi attuali quali l’odio e la paura per il diverso e l’ambiente.

La bellissima india dalla pelle chiara, espressione di una interiorità limpida e pulita, che per questo era ignorata dalla sua tribù, finirà in cielo per sfuggire alle persecuzioni e diverrà la bellissima luna che con il suo chiarore illuminerà la notte scura, accecando l’india invidiosa, così pure, il serpente Boitatà, dopo la grande alluvione che tutto distrusse, rigenera la natura offesa con l’aiuto degli altri animali, e scaccia gli uomini responsabili della deforestazione.

Il testo prosegue con cinque racconti, commovente e originale il ritratto della sua padrona Adriana tratteggiato dal suo cocker Peter o anche il tema ricorrente della diversità, e della patologica importanza dell’apparire, ripercorso attraverso le esilaranti peripezie della gallina Clarissa che, seppur bruttina, depone più uova di tutto il pollaio.

Meno lieve il racconto della ragazza senza volto, diversa perché nata con un volto in una famiglia di senza volto, cruda metafora di una collettività cinica dove il talento e la personalità sono visti con invidia e per questo osteggiati, trasfigurazione di una società piatta che fa della mediocrità il suo vessillo. è per questo motivo che questa ennesima fatica letteraria di Adriana si presenta con il tono lieve delle fiabe per bambini a cui fa l’occhiolino, ma mira in verità a sensibilizzare il mondo degli adulti sulle contraddittorietà di una società che fatica a riconoscere se stessa, e a dare importanza a ciò che veramente conta.

“L’isola di Felix”  conclude i racconti con la descrizione immaginaria di un isola felice dove la natura incontaminata, la ricchezza verdeggiante della natura, i turchesi delle sue acque trasparenti, e la ricchezza della fauna ne fanno un luogo incantato dove la tanta agognata felicità è possibile. L’isola di Felix, di rara bellezza, in fondo è un luogo dello spirito dove possiamo rifugiarci, ma è isolata dal mondo…..cosa vuole suggerirci Adriana? Che la felicità è dentro a ciascuno di noi e che basta cercarla per trovarla? Quindi, piuttosto che rimirare le Stelle, siamo noi Stelle di noi stessi!

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“Come sono nate la Luna e le Stelle” – Adriana Soares Euro 9,59 Disponibile su Amazon

 

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1° “Pillole di Bon Ton” di Adriana Soares

Quando si parla di Bon Ton o di Galateo, ci viene subito in mente, un insieme di regole retrograde e noiose.

Per questo motivo, vorrei invece, spolverarle curando di conseguenza la bellezza del rapporto interpersonale, di conseguenza l’ arricchimento interiore che ne produrrebbe.

Perché il Bon Ton è questo, non è un insieme di regole rigide e vuote, bensì un’indicazione a vivere bene in società, e nel mutuo aiuto e rispetto delle personalità dei singoli.

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Il Bon Ton, se ci pensate è logico. E’ uno scambio continuo di pensieri, di azioni, un dialogo anche silenzioso.

Perché a volte è più elegante tacere che parlare in modo fastidioso e continuo.

Quando parlo di Bon Ton alle ragazze del mio Stage di Portamento, mi guardano con gli occhi spalancati, come se dovessero affrontare un argomento ostico.

Non vorrei dilungarmi troppo, per ora vi vorrei indicare dei punti fermi da seguire, possibilmente (le svilupperò nelle prossime uscite):

  • Sorridere;
  • Non dare le spalle agli interlocutori;
  • Mai sbadigliare;
  • Non guardare l’ora;
  • Nelle presentazioni, mai dire:”PIACERE”;
  • Non dire:”BUON APPETITO”.

Alla prossima!

 

anteprima: “Pillole di Bon Ton” di Adriana Soares

Appuntamento settimanale

Benvenuti nella mia ospitale oasi di cortesia e buone maniere.

Al giorno d’oggi, la maleducazione e il malcostume sono diventati azioni usuali, quasi giustificate.

L’essere incivili e poco educati sembra aver determinato un vero e proprio fascino, soprattutto, tra i più giovani, con i loro turpiloqui e delle cattive maniere una sorta di status symbol.

In questo quadro degradante e sconfortante, la riscoperta delle buone maniere diventa una vera necessità, oltre che virtù, da rispolverare ed innalzare: un modo per distinguersi e circondarsi da un’allure di eleganza e raffinatezza, condizione molto più rara e preziosa di tanti tesori.

Cercherò di accompagnarvi in questo percorso di riscoperta del galateo, raccogliendo qui per voi il meglio del contenuto dei libri e siti web sull’argomento e delle mie conoscenze personali.

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E perché no qualche consiglio per essere una sposa perfetta!

Da esteta e amante della perfezione e dell’eleganza.

Instradata sin da piccola all’arte delle buone maniere, oggi ne sono cultrice e grande estimatrice.

 

Art+Commerce/Vogue Italia – Adriana Soares

Finalmente, dopo due mesi di attesa, è iniziata oggi un’importante collaborazione con l’agenzia ART+Commerce/PhotoVogue di New York! 

Agenzia fotografica che rappresenta alcuni fra i più grandi fotografi contemporanei tra cui i veterani contributors diVogue Italia Steven Meisel, Craig McDean, Sølve Sundsbø, Tim Walker, Paolo Roversi e Ellen von Unwerth.

Quest’occasione è nata grazie alla mia esperienza e collaborazione con Photo Vogue di Vogue Italia, una vetrina importante e prestigiosa per fotografi selezionati e talentuosi.

Sono felice ed orgogliosa di esser stata selezionata ad esser rappresentata in tutto il mondo come artista da questa prestigiosa agenzia fotografica che promuove opere fotografica on line.

Ci tenevo molto nel condividere con voi questa bella notizia, è un ulteriore traguardo, un nuovo percorso che stò per intraprendere. 

Vorrei ringraziare soprattutto coloro che sono stati vicini a me in tutti questi anni di attese e aspettative.

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Fine Art

CRONISTORIA

“Annunciamo un’importante scoperta del nostro famoso pittore del Diorama, Louis-Jacques Mandé Daguerre. La scoperta ha del prestigioso. Sconvolge tutte le teorie scientifiche della luce e dell’ottica, e rivoluzionerà l’arte del disegno. Monsieur Daguerre ha trovato il modo di fissare la immagini che si dipingono da sole entro una camera oscura, sicché esse non sono più fugaci riproduzioni di oggetti, ma ne sono l’impronta fissa e durevole che, come in un dipinto o un’incisione, non ha più bisogno della presenza dell’oggetto.”
Gazette de France – 6 gennaio 1839

 

Il termine ‘fine art’ si riferisce a un numero limitato di forme d’arte che ricercano la purezza della disciplina. ‘Fine’ in questo caso si riferisce allo scopo finale dell’arte, ossia l’estetica dell’opera d’arte stessa (che deve essere ‘fine, bella’). Tale definizione, però, lascia spazio a differenti interpretazioni e non è possibile stilare un elenco universalmente accettato. Tuttavia alcune espressioni fine art sono riconosciute e riscontrabili nella cinematografia, nella fotografia, nella pittura, nel disegno e nella stampa, solo per citarne alcune.

Libri

“SCRIVO E DIPINGO PER RICORDARE:

Il mio esercizio costante della nostalgia.”

Schermata 10-2458766 alle 00.52.04“PRESENZE INVISIBILI A Quixadá di Adriana Soares

THRILLER PSICOLOGICO UN PO’ PSICOTICo

Presenze invisibili a Quixadá rappresenta la nonafatica letteraria della sorprendente autrice Adriana Soares, fotografa, pittrice, poetessa, giornalista pubblicista alla sua prima prova  da romanziera.

Il libro è già disponibile alla vendita in modo indipendente. Con questo romanzo, ambientato in una località denominata Quixadá, nello stato del Ceará, sito nel Nordest del Brasile, luogo di nascita del padre dell’autrice, avviene il vero battesimo del fuoco: la prova cadetta di qualsiasi vero autore che scrive non per diletto, ma per raccontare il proprio mondo, il proprio vissuto, mettendosi alla prova con un genere di cui, Adriana Soares, può rivendicare a pieno titolo l’originalità.

Il romanzo è figlio della cultura e della sensibilità latino americana, che fa parte della formazione cultural letteraria dell’autrice. È un thriller psicologico, sicuramente psicotico, laddove il protagonista Bernardo José fugge da qualcosa o da qualcuno, forse da un crimine, che ha rimosso per sopravvivenza o per convenienza. Come un Enea che abbandona le rovine della sua vita antecedente, distrutta, dimenticata, giunge ad una fazenda nel Nord Est del Brasile, un posto del ricordo, luogo di passaggio, di confine, forse, da dove bisogna pur passare per fare i conti con se stessi. La proprietaria, Melinda, lo accoglierà sottomettendolo e umiliandolo, per compiacere se stessa e affermare il suo forte ego, di donna che deve affermare la sua personalità, per allontanare qualsiasi idea di fragilità al femminile. Elvira,la sorella di Melinda, reduce da un passato infelice, ha la capacità di comunicare con il mondo dell’aldilà, vedendo il suo quasi marito morto che l’aveva abbandonata sull’altare.

Originalità, colpe, oblio, morte, i personaggi del romanzo di Adriana Soares ruotano attorno a questi temi.

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Alcuni pensieri

Continua a vivere il “caos” che è quell’ordine “sconosciuto e incomprensibile”, quel campo incolto dove c’è rinnovamento che, senza quello non c’è  crescita, dal tuo temporale partorirai una splendido arcobaleno!

Franco Fontana

Descrivere le poesie, le opere d’arte, le foto e i racconti di Adriana Soares è come fare un viaggio magnetico all’interno dell’animo mutevole e introspettivo dell’autrice. Un mondo dove tutto, anche le cose, perfino le cose apparentemente più prive di anima (come le scarpe) può prendere vita e avere un’anima. Un’anima antica, tuttavia, “riconoscibile” talvolta solo da uno spirito “illuminato” al pari di quello di Adriana. Un vissuto complesso fra il Brasile e l’Europa, che ha portato la Soares a relazionarsi quasi senza il filtro della pelle con il mondo, le cose e gli uomini. Tutto viene “sentito” con il cuore e con un istinto ancestrale che ci riporta quasi agli Indios dell’Amazzonia, allo sguardo sciamanico che noi occidentali abbiamo perso ma che rimane vivo in chi i ponti con “madre Natura” non li ha mai tagliati del tutto. Un mondo sofferto, viscerale, ma anche ingenuo, luminoso, indifeso, come il cuore di un bambino che cerca di attraversare puro le impurità della realtà che lo circonda. Fino ad arrivare allo sguardo fisso di chi sa ed ha elaborato un suo percorso, una sua speciale “catarsi”. Nulla di meglio che augurare, a chi si appresta a leggere uno scritto di Adriana Soares, “buon viaggio”, nell’anima, nel “mood”, nella coscienza. Il punto di partenza? Le sue parole e i suoi versi. Il punto di arrivo? Se c’è, ogni singolo lettore o osservatore troverà il suo: unico e irripetibile; l’autrice -fra immagini e parole- non fa altro che suggerire un percorso di “maieutica” che ognuno di noi renderà proprio e personalissimo.

Maria Serena Patriarca

“Diventare luce di se stessi!”

è la frase di una poesia che mi ha colpito molto, perché l’ho letta quando stavo appunto, riflettendo di come, venire a contatto con il tuo mondo, sia come toccare la coda di una cometa.

La meraviglia è la stessa, ci si sente come se, all’improvviso ci si trovi invitati al cospetto di qualcosa di superiore! Di fronte a te, al mondo, si è preda di una sorta di effetto Stendhal, tutto è a tinte forti, i quadri, gli scritti, i pensieri… la tua bellezza! Si sente come un’ebbrezza … ma provocata da un liquore così dolce da sembrare, in un primo momento inoffensivo!

Le tinte sono forti, ma non fosche. Mai!

…I colori sono violenti, ma mitigati dallo sguardo limpido dei tuoi occhi, dai quali le prospettive caotiche sembrano essere fagocitate… ma anche scaturite… originate!

Le tue poesie non sono diverse. Le parole, come brevi pennellate, acquistano un senso nell’insieme, ed il messaggio che ci arriva è sempre lo stesso: per mantenere viva la scintilla della vita, questa vita bisogna respirarla, con golosa bramosia, in un eterno viaggio… dentro e fuori di noi!

Sentieri piani e mari calmi si alterneranno a strade impervie e tempeste… e a volte sentiremo forte l’impulso di entrare in luoghi pericolosamente affascinanti, ma varrà la pena in tutti i casi! Trovare noi stessi, le nostre inquietudini, i tanti nostri dubbi e le poche certezze nella poesia, è cosa usuale, i poeti danno voce alle nostre anime. Nel tuo caso, nella tua poesia, questo concetto sarebbe estremamente riduttivo, perché tu ci regali il segreto per far sì che l’umanità abbia ancora una speranza: il mondo va guardato come lo guardano i tuoi occhi, con una limpida e tenera attenzione!

Beatrice Mogetta

 

Raccontare Adriana vuol dire raccontare la melodia che esprimono i colori e la fascinazione delle parole.

Attraversare un arcobaleno in cui ogni sfumatura esiste perché esistono le altre, in cui poesia e prosa si rincorrono in una ghirlanda di pensieri sospesi tra meraviglia e fantasia.

Leggere Adriana è immergersi nella sua immaginazione reale e surreale e attraverso il suo sguardo stupito lasciarsi trascinare nel suo mondo per ritrovare il nostro.

Flaminia Naro

Adriana Soares, le tue parole, il tuo sentire, il tuo intendere la Vita, la Vita vera, non quella del fare, del consumare per consumarsi, ma del laborioso osservare, mi appartengono. Sì, è vero, forse i tuoi scritti sono disordinati, alterni prosa e poesia, perchè ormai sei libera di essere ciò che veramente sei, sei Viva. Nella Natura, nella nostra Paschamama non esiste ordine, tutto cambia di continuo, in un ciclico, ma mai uguale alternarsi. Non sfuggi al silenzio che ti mostra i suoi abissi, hai portato la Luce nella tua parte in ombra, nonostante i fantasmi del passato continuassero a vagare senza tregua. Li hai accolti, smantellati, e magari fatti amici. L’osservare la Natura, gli altri, gli occhi della gente, i loro movimenti, prende tempo, ed è faticoso, è stato il mio primo “lavoro”, il più bello, da bambina. Osservavo tutto, ed ogni attimo rimane ancora dentro di me, fa parte della mia storia, tanti fotogrammi, a formare un caleidoscopio di ricordi vivi.
Siamo acqua , mi hai scritto in un commento tempo fa. Sì, siamo acqua, ma acqua che scorre, limpida, rigenera, come la nostra anima. LA VITA, COME IL FIUME , COME LO SPIRITO, SCORRE IN CONTINUAZIONE. Non sono parole mie, ma di una medium, che mi sono rimaste impresse.
Puoi mettere per lungo tempo l’acqua in un recipiente, senza che essa perda la sua vitalità? No. Il disordine, l’ Entropia governa la Vita. L’ordine è un fatto mentale, la Natura conosce l’Armonia , in tutte le sue manifestazioni, fino a quando non intervengono gli umani evoluti.
Grazie, leggerò forse tante volte questo libro, ho scritto di getto, come è mio solito fare, le prime impressioni. Non ti conosco, spesso conosco meglio le persone tramite i loro libri. Rimani libera e selvaggia come sei, è nelle tue radici, vivi il presente, è la sola certezza che abbiamo. E non perdiamoci nulla, anche il movimento di una foglia è importante.

Angela Sortino

libro: “Lo sguardo che ascolta e dice” poesia di Adriana Soares

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Raccolta di poesie scritta dall’artista fotografa e pittrice, Adriana Soares, che raccoglie in questo suo secondo libro una selezione di ottanta cinque liriche. Le poesie scelte per questa pubblicazione fanno parte di una vasta produzione poetica che completano l’eclettismo creativo dell’autrice, iniziato con la fotografia d’autore in seguito evoluta nella pittura, riscontrando un grande apprezzamento di pubblico e di critici. Le poesie di questo libro sono caratterizzate da una presentazione dei testi originale, suddivise in strofe dal ritmo incalzante, narrano emozioni, raccontano il vissuto interiore dell’autrice. Una raccolta di emozioni e pensieri. Un viaggio nel suo universo inquieto e profondo; come innumerevoli diapositive di un vissuto denso di domande e di verità aspre come risposte.

Come per i suoi quadri, le poesie di Adriana Soares sono legate al filo conduttore del ricordo di un passato a volte dolente, sono una denuncia, ma anche un monito a tutti noi, perché i temi affrontati della nascita, della morte, della casa, della famiglia e dell’abbandono riguardano in fondo tutti noi. La vanità, l’egoismo, ed, in generale, quei sentimenti che non nobilitano l’animo umano, sono trattati dall’autrice con struggente umanità e lucida analisi, ma anche con speranza. Speranza nella redenzione del cambiamento, che solo una personalità ricca e profonda come la sua è in grado di cogliere e raccontare. Se la poesia è una forma di memoria, quella della Soares, cerca di raccogliere il suo reale, che è quello di tutti, e di raccontarlo ed interpretarlo.

E’ come se tenesse le sue mani a conca e cercasse di raccogliere l’acqua cristallina e dolce. Lei raccoglie il suo senso della realtà che si confonde col sogno e la fantasia, per cercare di trattenerlo e custodirlo con sé. Leggere le sue poesie è come immergere le mani a conca in quel reale. Sarà ogni volta diverso e sfuggente. Un attimo limpido, tenero, ma anche, graffiante, pungente, avvolgente, unico.

Acqua viva!

 

“Attese e ritorni” poesia di Adriana Soares

Libro di poesie scritto dall’artista fotografa e pittrice Adriana Soares, che raccoglie in questo suo primo libro una selezione di circa settanta liriche. Le poesie scelte per questa pubblicazione fanno parte di una vasta produzione poetica che completano l’eclettismo creativo dell’autrice, iniziato con la fotografia d’autore in seguito evoluta nella pittura, riscontrando un grande apprezzamento del pubblico e dei critici. Le poesie di questo libro, caratterizzate da una presentazione dei testi originale, suddivise in strofe dal ritmo incalzante, narrano emozioni, raccontano il vissuto interiore dell’autrice. Come per i suoi quadri, le poesie di Adriana sono legate al filo conduttore del ricordo di un passato a volte dolente, sono una denuncia ma anche un monito a tutti noi, perché i temi affrontati della nascita, della morte, della casa, della famiglia e dell’abbandono riguardano in fondo tutti noi. La vanità, l’egoismo, ed, in generale, quei sentimenti che non nobilitano l’animo umano, sono trattati dall’autrice con struggente umanità e lucida analisi, ma anche con speranza, speranza nella redenzione del cambiamento, che solo una personalità ricca e profonda come la sua è in grado di cogliere e raccontare.

Il mondo incantato di Adriana Soares

di Niky Marcelli

“Dalla grandezza dell’Universo, un micro mondo prende respiro, pulsa, scalcia, vibra…” Sono versi di Adriana Soares, splendida e grandissima foto-artista, che si è scoperta anche interessantissima poetessa. E siccome si suol dire che ognuno giudica il mondo secondo i propri occhi, viepiù quando si tratta degli occhi del poeta e dell’artista, ecco che l’incipit del carme che Adriana ha dedicato alle stelle, diventa la chiave di lettura perfetta per tentare di definire e capire il suo mondo e la sua arte. Un mondo visionario e incantato dove tutto si miscela e si fonde in un continuo gioco all’inseguimento tra immagine fotografica e tratto di pennello.

Una continua sovrimpressione di forma e colore che si intrecciano come in una danza – ora un valzer romantico, ora una scatenata samba – rendendo ogni opera un carosello di emozioni. Per dirla ancora con i versi di Adriana: “Non ne esistono due uguali. Ciascuno brilla con la luce propria, diverso dagli altri.

Ci sono fuochi grandi, fuochi piccoli, ce ne sono di tutti i colori… Fuochi sereni che si alimentano dall’aria rarefatta, tranquilla, poi c’è il fuoco pazzo che riempie lo spazio circostante di lapilli infuocati…” E ancora, “ogni elemento fa parte del tutto ed il tutto esplode, portando via l’ovvio”.

Racchiude in ogni opera l’anima e l’essenza stessa dell’artista, che prende per mano chi vi si pone dinnanzi e lo conduce in un viaggio sia fisico che onirico, laddove – sempre citando le poesie di Adriana Soares che accompagnano il visitatore lungo il percorso della mostra – “ciò che resta impresso non sono i luoghi e i colori. Ciò che resterà per sempre sono le esperienze e le sensazioni”.

Corriere della Sera 31/ 05/ 2017

 

Per l’aquisto:

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